Pedagogia Interculturale

Lo straniero ci abita: è la faccia nascosta della nostra identità, lo spazio che rovina la nostra dimora, il tempo in cui sprofondano l’intesa e la simpatia (…). Lo straniero che fu il nemico nelle società primitive, può scomparire nelle società moderne? 
(Julia Kristeva, 1990)

 
La pedagogia interculturale ha come oggetto di studio le relazioni con l’Altro nella loro dimensione umana, psichica, sociale e culturale. Essa si occupa dell’incontro con l’altro e offre strategie per favorire lo sviluppo di relazioni positive con chi è diverso da sé. Fare intercultura significa mettere al centro delle attività educative la relazione tra soggetti di diverse culture, provenienze, abitudini, religioni, modalità di vita. Si tratta di un lavoro molto concreto, alla cui base è l’ascolto sincero e pieno del mondo che ciascuno porta con sé, nella sua specificità e nella sua quotidianità, al fine di valorizzarne la personalità e arricchirne lo sviluppo.

Nell’ambito scolastico fare intercultura significa rivisitare le diverse discipline e animare la didattica in un’ottica di dialogo tra culture.

 

In che cosa consiste un intervento educativo a carattere interculturale?

La proposta educativa di Luisa Fressoia offre la possibilità di sperimentare l’incontro con diversi aspetti della cultura (fiabe dal mondo, quadri di civiltà, forme d’arte, giochi, cibi, eccetera), ma anche l’incontro tra differenti generazioni, generi e professioni di fede.

Il metodo che privilegia è improntato al dialogo e alla reciprocità, al riconoscimento di ciò che ci differenzia e alla valorizzazione di ciò che ci accomuna.

L’utilizzo di materiali didattici mirati (vedi progetto Biblioteca Interculturale) facilita il confronto tra le diversità presenti nella vita complessa delle nostre città, potenziando le capacità cognitive e socio-affettive, la curiosità e la creatività di bambini e adulti.